Monday, October 23, 2006


Some time they come back. Di chi sto parlando, ma degli epic ride chiaramente e vi assicuro che quello di ieri è stato un gran bel ritorno.
Location: colline labroniche;
Totale km:50;
Totale dislivello:1400mt.
Qualche biker potrebbe dire:”bhè ed allora che pensi di aver fatto!” Sicuramente questo giro sarebbe stato non epico se: il fango non avesse trasformato il percorso in vere e proprie sabbie mobili, se le ruote, la bici ed i freni non si fossero trasformati in uno yak musciato, se i v-brake avessero continuato a funzionare come da prassi, se non si fosse rotto il forcellino del cambio trasformando il mio mezzo in un single speed con rapporto 34-18.
Ma procediamo per ordine cercando di raccontare tutta la giornata, avitando chiaramente di fare una cronostoria dettagliata in quanto per ritornare al punto di partenza ci abbiamo impiegato più o meno 9 ore.
Il ritrovo di noi versiliesi (solo io quello storico) avviene all'uscita del casello Versilia alle 7.45 circa; carichiamo i mezzi sulla mia macchina, Milk monta cone me e Soliteir sulla vettura di Igor (Petit Napoleon). Tutto procede bene fino a che, quasi nei pressi dell'uscita per Livorno, non sento arrivare una telefonata al cellulare; è Petit che mi chiede come si chiama la strada dove deve avvenire l'incontro; purtroppo la mia memoria non mi permette di arrivare a tanto, ma per fortuna appena usciti dal cesello troviamo un biker (penso amico di Petit) che si ricorda la denominazione della via. Bastano pochi secondi ed ecco che dalla mercades nera esce questa fatidica frase: “follow me”. Penso che questo inglesismo me lo ricorderò per molto tempo ed il perchè e semplice: la strada non è quella giusta e come per magia ci ritroviamo spersi nella nebbia del mattino a costeggiare un vecchio acquedotto e sperare in una presenza umana che possa farci ritornare sulla retta via.
Così fù......un podista viene subito bloccato dalla sua folle corsa verso la gloria, il sudore sta già trasformandosi in ghiaccio ed i reumatismi presentano i primi segni sul corpo; noi però adesso sappiamo dove andare e questo è l'importante.
Il gruppo di partecipanti supera di gran lunga quanto preventivato sul forum, ma così su due piedi nessuno riesce a fare un conto esatto. Qualcuno, per approssimazione dice sassanta, ma forse saremo anche qualcosina di più, comunque adesso è ora di partire e non indugiare troppo in altre tentazioni (vedi podiste all'interno della Villa Morazzana).

Già dalla prima salita capiamo che quella di oggi sarà un esperienza dura ma carica di energia. Il fango crea quella patina che unita alla gomma del copertone lo fa sembrare di dimensioni maggiori del reale.

Alla prima sosta qualcuno cambia la prima camera d'aria (Milk), altri invece consumano la spesa annuale di acqua del proprietario della piccola casina gialla in soli 15min; tutto questo per pulire i mezzi che risaranno nelle stesse condizioni in meno di 2 min..
Proseguiamo con ammirazione verso queste colline ricche di vegetazione classica della macchia mediterranea, di motociclisti (transitavano per dei brevi tratti lungo il tracciato di una gara di enduro), ma sopratutto di sinlgetrak veramente belli, ma sui quali provo un pò di timore a causa di sassi viscidi come una lumaca e di una costala che si fa sentire.
Nel primo tratto di questa lunga giornata le forature non si contano più; ci sono dei momenti in cui si formano delle vere e proprie colonne di bucatori folli e la cosa che mi stupisce e che tra quelli......io non ci sono (strano ma vero).

Nuova salita ed altrettanto bellissima discesa (breve ma intenda come del resto tutte le down della giornata), ma ecco che un nuovo guasto meccanico interrompere il nostro viaggiare. Questa volta a pagare, e caro, l'inconveniente è il pisano Snowrider, che nonostante poggi il suo sedere sul potente gemini niente può a quel ramo maledetto che gli tronca il forcellino (certo che questo pezzo di alluminio sembra un elemento poco indispensabile nella bici ed invece quando avviene il suo cedimento sono cazzi amari).


L'intervento meccanico viene svolto dalle sapienti mani di Petit Napoleon, ma la catena è troppo in tiro e così lo sfortunato dovrà ben presto ritirarsi da questo mega tour.


Più andiamo avanti e più mi sembra di essere nel film di fantozzi dove, nella gara in bici, molti spariscono al tavolo del matrimonio.
Guardo Il Silvio accanto a me e gli dico:”io non ce la faccio più, ci vorrebbe la sosta ristoro”; detto fatto......eccomi apparire il boschetto dove sono stati imbanditi i tavoli pieni di bevande e dolci; ci sediamo al tavolo ed incominciamo a ricare le energie per la seconda parte del percorso.
Dopo aver mangiato e ben bevuto, una visione fa animare il sottoscritto ed appena lo dico ai miei compagni subito vengo classificato come maiale; però non sono il solo a notare quello stacco di colore ed infatti non appena questa immagine casca davanti agli occhi di Milk la sua carnagione immediatamente cambia colore (ed adesso prova un pò a dirlo a l'Arianna così io lo dico alla Frà).
Seconda parte del percorso e da oltre sessanta persone siamo rimasti a mala pena in dodici.

Scendiamo verso il mare e questo panorama lascia pensare alla fortuna che abbiamo ad avere dei posti del genere.

D'improvviso la macchia prende il sopravvento su di noi; siamo completamente immersi da alberi ed i continui sali scendi sono dei tocca sana per le gambe. Tra le altre cose il trak che stiamo affrontando sono tecnici in quanto presentano sassi piantati e mossi sul terreno che impongono una giuda precisa al fine di evitare un cedimento strutturale.
Che casino di percorso, sono convinto che un gps si fonde ad immagazzinare questa moltitudine di sentieri ed invece la nostra guida, altre ad avere un passo sciolto e potente quando serve, si muove come se ogni strada portasse a Roma (speriamo di no, ma è un modo di dire).
Sono stanco, le forze incominciano a scarseggiare e le barrette sono quasi finite così come del resto l'acqua, avrei caro che questa salita su fango e pietra finisca ed invece..............”puttana troia mi si è rotto il forcellino”.
Ripararazione apportata, ma non va bene; salgo a piedi fino a che non incontro una strada larga ed il portuale F@brizio mi aiuta a trasformare il mio "muletto" levando maglie di catena fino a che il mio rapporto un 34-18; adesso si che sono nella merda.
Salgo spingendo la bici, provo a montare nei pezzi assimilabili al piano, rispingo e finalmente un "angelo salvatore dei biker sfortunati", sopra una moltitudine di cavalli, mi porta all'inizio della nuova discesa.
Siamo partiti alle 9.30 ed adesso sono le 18.30, ma questa ultima discesa non me lo potevo di certo perdere e poi credo proprio di essere entrato nello spirito giusto di questa 4^ edizione della Stronkaciui. Il sole comincia a scendere e l'epico si completa con la visione dei miei compagni illuminati dalla luce rossa del tramonto.
Madonna di Montenero aiutaci tu. Come se non bastasse Petit trancia la sua gomma ed essendo toubless non può far altro che scendere via asfalto ed andare con cautela.
Hangover e Mugnax controllano se mi vedono arrivare; ormai ci siamo, vedo le macchine comparire da lontano.
Consumo le ultime forze salendo l'ennesima collinetta e.........fatta sono finalmente un ciuo.

N.B.: al ritorno in macchina non si sentiva girare una mosca; grande Milk per la tanichetta di acqua con la quale ci siamo lavati e per la scorta di focaccine ripiene con prosciutto cotto e formaggino; dopo cena sono morto, risorto, morto e stamattina risorto per raccontare questa mia visione delle quale mi chiedo ancora se era tutto vero oppure no.

1 comment:

Milk® said...

grande Simo, sei stato stoico..inarrestabile, un vero trattore :-)

Sinceramente rifarei anche subito il giro di domenica, ma in estate ;-)