Domenica mattina mi alzo, faccio i miei bisognini e poi accontento l'Arianna andando a comprare una brioche ed il giornale, entrambi sicuramente appena sfornati.
Arrivo in piazza del Duomo e l'edicola è ancora chiusa, così mi dirigo al bar per fare colazione e comprare quanto richiestomi dalla mia girl. Prendo un pezzo dolce, un bicchiere di acqua, un caffè (praticamente il mio rito mattutino se non riesco a fare il primo pasto della giornata a casa) e nel frattempo ascolto i discorsi della gente presente nel locale che dice:”adesso il buio arriverà prima”; frugo un po' nella mia mente e......”cazzo non ho cambiato l'orario al cellulare!”. Qual'è la conseguenza voi direte, semplice mi sono svegliato alle 6.00 invece che alle 7.00.
Ritorno a casa e controllo il televisore per vedere se tutto ciò è un sogno o verità e purtuppo la risposta giusta è la seconda; preparo con calma tutta la roba ed alle 7.30 circa parto di casa in direzione Carrara.
Arrivato al punto di ritrovo mi vedo in anticipo di ben 15 min. Così.....vai con la seconda colazione, ma stavolta invece che il caffè un bel succo di frutta.
Alla spicciolata arrivano tutti e così, dopo aver salutato Lorenzo Passerella ed esserci presentati a Simone, deciadiamo i mezzi da prendere partiamo per addentrarci nel paese della nebbia. Io come compagnio di viaggio ho Mister Garmin che si presenta con la classica tutina color blue e stricia arancione fluorescente (non si sa mai si perdesse).
Si sale fino a Casola dove ci fermiamo per acquistare il pasto della giornata e dove L.P. prende uno dei panini più grossi che abbia mai visto in vita mia ed anche il prezzo dello stesso la dice tutta....€.5,10 scontato ad €.5,00.
Lasciata una macchina in un piazzale nei pressi di Vignona (mi sembra si chiamo così), incominciamo a salire per quella sterrata che prima dell'inizio dell'estate ci aveva visti conquistare il Monte Tondo sopra le nostre bici.

Il tragitto fino al rifugio dura una eternità, ma il panorama autunnale rende meno stancante questa salita immersa in una splendida faggeta colorata di rosso;

non mancano inoltre le soste per bisogni corporali e per qualche scatto fotografico.
Siamo finalmente davanti al rifugio (sempre chiuso), prepariamo noi ed i nostri bolidi ed incominciamo la passeggiata fino alla vetta. Intravedo da lontano la croce e sono contento di cotal visione in quanto nella puntata precedente non ero riuscito a vedere nemmeno i vestiti sgargianti del Pazzo.

Il tratto che rimane per la conquista dei 1800mt.s.l.m. è sfiancante per i miei polpacci, ma eccomi finalmente su questo pratone dove davanti a me si apre uno scenario magnifico.
Siamo circondati dai monti emiliani da una parte, da quelli della lucchesia dall'altra ed, in direzione mare, da Pisanino & C..


Si uniscono a noi un branco di cavalli allo stato brado che diventano a poco a poco sempre meno diffidenti, a tal punto che ce li ritroviamo con gli zoccolini a pochi millimetri dai nostri “cavalli a pedale”. La loro visione da un contorno ancora più free a questa giornata e caricano i nostri animi fino a che non li sentiamo gridare:“vogliamo correre anche noi per questi campi”; e così fu.
Scendiamo e risaliamo lungo il crinale fino a che, in mancanza di una traccia precisa, non decidiamo di assorbire al massimo il pensiero freeride di questa malattia. Lorenzo Passerella fa da apripista e non sembra volersi fermare nemmeno quanto la nostra giuda (Leo) gli dice: “dobbiamo mantenere il crinale”. Peccato però che qui non c'è nessuna traccia ed allora ci riaddentriamo nuovamente nella faggeta fitta fitta, scendiamo un pezzo di pratone e troviamo un specie di sentiero.



Ci giriamo indietro per vedere dove eravamo e calcolare ancora quanto rimane da scendere ed è veramente un bel pensare.

Adesso dovrebbero mancare pochi metri all'incontro della strada forestale ed al bivio, sempre su sentiero, che ci porterà al ounto in cui abbiamo lasciato le macchine. Le energie comunque continuano a permanere sul mio corpo e quando vedo L.P. partire a fooo lungo questa traccia da dual non posso far altro che accettare la sfida e così iniziamo una scorribanda tet a tet sgommando sui tornanti belli larghi ed appofittare di tutte le sponde che ci si presentano.
Ci farmiamo ed il gruppo arriva alle nostre spalle, rinvochiamo l'urlo BANFE, ma in questo tratto i sassi piantati e smossi si fanno sentire sugli arti provati da tutto quel dislivello.
Arriviamo davanti ad una chiese e dopo poco ad un paesino nel quale il CAI è presente ed allora ecco il gran finale con tornantiti stretti stretti ed il Maestro che cerca di farci imparare la lesson x e cioè girarsi con la ruota davanti.
Io sono bello pieno, ma mi rifarei una discesa del genere anche subito e poi il 26'' dietro non mi ha fatto per niente rimpiangere l'ormai classico cerchio da 24''.

Come da promessa raccatto due birre da 66cl. ad un bar, le scoliamo e ciao ciao Monte Tondo, ma non alla zona della nebbia in quanto prima di prendere l'autostrada ci vediamo costretti (io, Simone, Vintage e Mr.Garmin) a fare h.1,00 di incolonnamento per colpa di un semaforo di lavori in corso.
Arrivo a casa..........ore 20,00.
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