
Il bello di questo sport è che sei sempre alla ricerca di un nuovo sentiero che possa darti emozioni grandi come “la prima volta” .
Questa fine settimana andremo nella zona di Carrara dove Leonard, ormai ricercatore di sentieri ed itinerari per professione, ci farà conoscere una nuova discesa chiamata dai locals “Le Orecchie”.
E’ sabato mattina presto (ore 8.45 circa) ed al baretto dell’uscita autostradale di Carrara siamo: io, secco, snowrider, Milk, Leonard, Decatlon e stiamo aspettando i lucchesi Maik, Mommi e Malco che fanno del jet lag la loro carta vincente.
Nell‘attesa vediamo la primavera in carne senza ossa; è una bella ragazza vestita con un abitino primaverile leggero e svolazzante che però avvolge benissimo le sue forme quasi come un vestito di pelle. Le pupille si dilatano ed al secco anche qualche cosa di altro J.
Lei va via ed arrivano i 3M L, montiamo in macchina e si parte in direzione Dogana di Ortonovo con freno a mano finale all’ormai noto parcheggio sterrato (che bimboni).
Voce corale: “Leo com’è la salita?”;
Leo: “Ci sono un paio di strappetti”.
Si sale e gli strappetti sono in realtà un unico muro; non mi sento in grado di pedalare sopra la mia nuova bambina ed anche lei è d’accordo con me nel farsi i tragitti più ostici a piedi. Per fortuna non sono il solo ad aver paura del mostro denominato “Acido Lattico” e così l’ascesa pare più dolce e divertente.
I più allenati intanto sono già arrivati all’asfalto ed il Secco viene folgorato da tale salita concependo così quello che sarà lo sport del futuro e cioè salita pedalata e discesa meccanizzata.
Dopo qualche battuta, nell’ultimo tratto che porta ai ripetitori, diamo inizio vestizione.....il momento clou della giornata sta per iniziare cosa ci attenderà?
Il primo pezzo non è come raccontato da Leo nelle puntate precedenti, ma lo stesso ci avvisa che il bello deve ancora venire.
Leo: “Ci vorrà almeno un’ora per scendere fino a Nicola!”
Io nella mia testa: “Ma come è possibile se il dislivello è a mala pena 400mt. s.l.m.?”.
Finisce la boscaglia e ci immergiamo tra gli ulivi e ginepri e Leonardo come per magia sparisce davanti ai nostri occhi, poi ricompare molti metri più in basso mostrando un ghigno di gioia non indifferente ed allora capiamo che “Le Orecchie” ci aspettano in tutta la loro magnificenza.
Questo “sentiero” è un susseguirsi di cambi di pendenza improvvisi con percentuali allucinanti che portano a guidare al meglio il proprio mezzo anche perchè dopo questi passaggi fuorisella c’è subito un cambio di direzione che spesso e volentieri assume la forma di curva a gomito e se lasci troppo andare o sbagli traiettoria finisci direttamente nei rovi o, se non ti frenano loro, passi direttamente al turno successivo.
La nostra giuda sembra una molla e noi gli andiamo dietro fino a che il mio maestro non mi ruba il mestiere trasformandosi in Jeeg Robot d’Acciaio. L’attesa è estenuante......si sarà fatto male, oppure ricerca qualche sgraffio per fare il fico con la ragazza? OYEAHAAA non si è fatto niente a parte qualche grattatina su gambe e viso.
Si riparte e questa volta vado io dietro allo sherpa, ma qualcuno manca all’appello. Dov’è sono finiti Maik e Dechatlon? Aspettiamo qualche minuto quindi optiamo nel ripartire visto che questo ultimo ha assicurato di conoscere bene il percorso.
Altro tratto di discesa e nuove asperità da passare, strano ma più andiamo avanti e più prendo confidenza con questo tipo di percorso ed anche in un passaggio in cui non sono proprio in perfetto equilibrio, mi assetto bene quando occorre e vado avanti. Cavolo sarà la bici, sarà l‘adrenalina, sarà quel che sarà ma mi faccio tutto il percorso in sella e sono stracontento.
Ci rifermiamo in maniera tale che il gruppo si compatti, aspettiamo, aspettiamo fino a che non prendiamo in mano il cellulare per sentire che fine hanno i due dispersi. Risponde Decatlon e ci dice di aver imboccato un’altra strada e che ci troveremo sotto Nicola.
Non manca molto alla fine di questo magnifico tracciato ed adesso c’è un pezzo veloce che possiamo fare a tutto fooo, ma io mi sento strano e non capisco perchè, mi viene da rallentare in quanto aspetto sempre un passaggio in contropendenza ed invece eccoci sul pari contenti e sudati. Ci togliamo le protezioni ed andiamo incontro ai nostri compagni.
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