Il “Budello” è il nuovo nato del Pasquilio Free Park, è un sentiero sinuoso, pieno di curve e protuberanze, a dire il vero non è ancora del tutto completo, ma la prossima volta potremo finalmente testarlo dopodiché organizzare l’inaugurazione ufficiale.
Ieri con il Milk ci siamo proprio dati da fare, abbiamo inventato qualche alternativa per superare gli ostacoli che si sono venuti a formare con i forti venti dell’anno passato, ma soprattutto, com’è nel nostro stile, ci siamo divertiti a creare una splendida curva in appoggio, un droppino, un saltino e, appena tagliati a misura dei solidi listelli di legno, una passerella modello north shore.
La cosa strana e che quando ci mettiamo a pulire un trek entriamo in simbiosi e vediamo le cose nella stessa maniera così che possiamo dimenticare anche quello che sta accadendo intorno a noi, come ad esempio la trasformazione della pioggia in piccole pallette di ghiaccio/neve, ma poi qualcosa interrompe il nostro lavoro, forse perché sono le 15.00 passate e non abbiamo ancora pranzato ed anche perché la motosega sta pagando degli sforzi subiti.
Così alle 15.30 ingurgitiamo il nostro pranzo/merenda frugale, ci beviamo l’amato morettino e, sotto l’incessante giacchio/neve che spesso assume intensità al limite della tormenta, dopo aver riparato la catena lenta della taglia tronchi ripariamo così da poter completare gli ultimi lavori prima dello stop dovuto alla mancanza dei pezzi necessari per la realizzazione del north shore.
Sono ormai le 16.30 ed il Pasquilio ci offre l’ormai abitudinale paesaggio fantozziano dedicato ai polli incalliti come noi che, non contenti della lombosciatalgia fulminante, decidiamo di fare un paio di discese all’ormai stracollaudato “Cesso”. A questo punto la zona climatica da il massimo di se ed, scaricate le bici, ecco che la neve vera e propria prende il sopravvento sui nostri indumenti già fradici dalla sudata effettuata per l’intervento di rianimazione del “Budello”.
Nella salita che porta alla prima manche sento che i miei piedi non si trovano molto a loro agio con gli scarponi da trekking ed infatti l’insicurezza prende il sopravvento sulla voglia di banfare a più non posso a tal punto che nel salto prima del “cavatappi” rallento e cicco il volo sotto le grida minacciose del mio inseguitore: “lascia, lasciaaaaa”. Le discese successive sono in leggero miglioramento, ma soltanto nell’ultima riesco ad elevarmi a 10cm. al di sopra della terra in quel salto che nell’uscita con Milk e Lorenzo Passerella (dove tra l’altro ho potuto riprendere e realizzare il mio primo video Pasquilio Free Park) mi aveva provocato gioie e dolori.
Giungiamo così alla conclusione del nostro Martedì Grasso ’06 caricando i bolidi sulla “Bety” con il pensiero rivolta a lei, l’amata Jakyll che forse non solcherà più il terreno “polpone” del Pasquilio, ma che comunque è stata una fiera compagnia per quelli splendidi due anni passati insieme.
@One, lì 01/03/2006
Wednesday, March 01, 2006
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